Malato di tumore in tempi di lockdown: sensazioni, paure, speranze

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La pandemia ha costretto numerosi malati di tumore a ritardare le cure o a rendere il percorso di guarigione molto più lungo e complicato. Camillo racconta la sua esperienza nel delicato momento di scoprire di avere un tumore, di essere operato e di iniziare le terapie tra mille difficoltà.

Sku: 978-88-99431-42-6 Category: Biografie

Descrizione

Camillo De’ Lorenzis è lo pseudonimo scelto dall’autore, che ha voluto raccontare, in queste brevi pagine, la difficile avventura di una persona che, già costretta alle limitazioni stabilite a partire dal 2020 in tema di pandemia, si è trovata ad affrontare le difficoltà, anche psicologiche, oltre che sanitarie, che un malato di tumore incontra in tempi normali, aggravate dalle restrizioni e dalle imposizioni, perfino dalle multe, imposte dal governo.
Un calvario che ha annoverato anche esperienze internazionali, visto che anche la Francia, paese dove l’autore ha accusato i primi gravi sintomi, aveva deciso un lockdown ancora più severo di quello italiano.
Camillo narra la sua esperienza, il ricovero in ospedale, l’operazione, la diagnosi, la degenza postoperatoria, durante la quale ha visto morire malati di tumore operati poco prima. Descrive la terapia, i controlli, ci racconta la sua speranza di farcela. Con l’aiuto e il sostegno dei sanitari, della famiglia e degli amici, tutti fattori essenziali per alleviare le preoccupazioni di un malato grave in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Ma, nonostante tutto, la speranza di guarire è l’ultima a morire, afferma Camillo, confortato dagli attuali progressi della medicina e della ricerca.
È una narrazione improntata alla consapevolezza della gravità di una malattia che spesso purtroppo non perdona, esemplare l’ultimo caso di Gianluca Vialli. Ma Camillo preferisce pensare positivo: di cancro si può guarire, è una lotta di tutti e per tutti.
Questo il messaggio dell’autore, che non dimentica un pensiero ammirato e riconoscente per la professionalità e l’amore con il quale è stato seguito dai sanitari che l’hanno prima operato e poi curato.